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L'interruzione di gravidanza in Francia meno umiliante che da noi

L’interruzione di gravidanza in Francia meno umiliante che da noi

Giulia Camin da Parigi ci racconta come funziona l’interruzione di gravidanza per le donne francesi:

Ho letto allibita la storia di Valentina, affetta da una grave malattia genetica, costretta ad abortire da sola, abbandonata in un bagno dell’ospedale di Roma perché tutti i medici presenti erano obbiettori. Ma quante saranno le storie simili di cui sappiamo poco o nulla? Ho appreso con estremo smarrimento le dichiarazioni della Ministra Lorenzin sul piano di fertilità di cui ha trattato anche Lorella recentemente su questo blog. Credo che in situazioni difficili come quella che stiamo attraversando, per evitare di fare passi indietro, per evitare di farci portare via diritti acquisiti con anni di lotte, sia necessario studiare e aggrapparsi alle legislazioni a volte esemplari di altri paesi a noi vicini. Vi racconto quindi brevemente come funzionano le cose qui, in Francia non solo perché credo che il Ministero per i diritti delle donne dell’attuale governo francese stia permettendo un avanzamento reale e costante nel consolidare e acquisire diritti e uguaglianza, ma anche perché, se di questo voleva parlarci la Ministra Lorenzin, qui di bambini ne nascono eccome. Ma non è solo di aumento demografico che stiamo parlando, i temi prioritari  sono ben altri: sicurezza, salute, libertà di scelta.

IVG (interruzione volontaria di gravidanza) :

Secondo l’articolo L.2212-1 del Code de la santé publique, l’ivg  è accessibile a tutte le donne, previo il rispetto di alcune tappe che ne regolamentano l’attuazione. Le tappe consistono in due visite mediche e una consultazione “psyco-social”.

La

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14 aprile, Torino: incontro al Politecnico

14 aprile, Torino: incontro al Politecnico

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11 aprile, Amelia (TR): Genere e Generazioni

11 aprile, Amelia (TR): Genere e Generazioni

Incontro con le scuole: stereotipi, media e cittadinanza attiva. Per il progetto Genere e Generazioni tra media e realtà di Uniccop Tirreno.…

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9/10 aprile, Tarquinia (VT): Genere e Generazioni

9/10 aprile, Tarquinia (VT): Genere e Generazioni

Incontro con le scuole: streotipi, media e cittadinanza attiva. Per il progetto Genere e Generazioni tra media e realtà di Unicoop Tirreno.…

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La Ministra Lorenzin, il Piano di Fertilità e i Corpi delle Donne

 

“Già, i bambini. Devono tornare a nascere e serve educare alla maternità. Ho in testa una nuova sfida, un grande piano nazionale di fertilità. Il crollo demografico è un crollo non solo economico, ma anche sociale. È una decadenza che va frenata con politiche di comunicazione, di educazione e di scelte sanitarie. Bisogna dire con chiarezza che avere un figlio a trentacinque anni può essere un problema, bisogna prendere decisioni per aiutare la fertilità in questo Paese e io ci sto lavorando. Sia chiaro: nessun retropensiero e nessuno schema ideologico, ma dobbiamo affrontare il tema di un Paese dove non nascono i bambini.”

Così la ministra Beatrice Lorenzin in un’intervista al settimanale l’Avvenire del 21 marzo 2014.

Con il Discorso dell’Ascensione  del 1927 Benito Mussolini  lanciò ufficialmente la cosiddetta ‘battaglia demografica’: un progetto complesso finalizzato a un aumento forzato della popolazione e sviluppato su più fronti. Uno ‘negativo’, atto a inibire il celibato e il matrimonio tardivo e a punire le pratiche contraccettive e l’interruzione di gravidanza, e uno positivo che incoraggiasse il matrimonio, le nascite, e la creazione di famiglie numerose. Una delle prime misure della campagna fu l’introduzione della tassa sul celibato, e quindi sul matrimonio tardivo, nel 1927. Una campagna, invece, contro i metodi contraccettivi e l’aborto venne inaugurata nel 1925, allorché diventò un crimine diffondere informazioni su tali pratiche, vendere farmaci contraccettivi e diventò obbligatorio segnalare i medici che praticavano l’aborto. Il Codice Rocco del 1930 incluse la

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Viva il Papà

Viva il Papà

 E se quel film si fosse chiamato “ Papà ho perso l’aereo?” E se Edoardo Bennato avesse scritto “ Viva il papà”? I giovani europei sparsi nel mondo, pure quelli della generazione Y, quelli di cui ci parlava Livia nella sua ultima lettera, gli stessi che fanno community ma che moriranno sotto i ponti perché non hanno lavorato abbastanza ( o solo in nero) per poter riscuotere una pensione dignitosa, mostrano nonostante tutto con discreto ottimismo una certa capacità alla filiazione. Intorno a me piovono gravidanze, e mi sembra una bella notizia! E’ arrivato il turno dei genitori post35enni, quelli che bofonchiando metteranno nelle mani del figlio neonato l’I-pad con un bel cartone da guardare su youtube per farlo smettere di frignare e che vivranno con terrore l’era del cyber-bullismo cercando di difendersi e di difendere come possibile.

 Guardo con un pizzico di astrazione, curiosità quei tanti giovani uomini intelligenti che, pur non definendosi femministi, manifestano almeno a parole una certa apertura in campo di tematiche di genere. Non so quali siano le vostre esperienze, ma alle cene degli ultratrentenni di oggi a cui sono invitata non è più la donna in cucina a preparare da mangiare, non è stata necessariamente lei a fare la spesa o a passare l’aspirapolvere e soprattutto non è soltanto l’uomo ad essere stanco morto per avere avuto una settimana pesante a lavoro. Il primo banco di prova della parità è forse proprio quello : si lavora, si guadagna in due ? Si pensa alla …

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28 marzo, Carrara: Genere e Generazioni

28 marzo, Carrara: Genere e Generazioni

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