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L’ISTITUTO PER GEOMETRI TARTAGLIA DI BRESCIA E L’ITALIA CHE VERRA’

Questo articolo è stato pubblicato oggi 18 maggio da L’Unità

La sveglia alle 6,30, la colazione da preparare, la giustificazione da firmare, il video che non trovo da portare con me,  di corsa in stazione alle 9 devo già essere a Brescia. Sono stanca, stanchissima, a volte non so piu nemmeno dove mi sveglio. Venerdi non avevo voglia di andare all’istituto per Geometri  Tartaglia dove era prevista la proiezione del video, ma l’appuntamento era preso da tempo. In treno cerco di dormire ma la testa è piena di pensieri.  Arrivo: Brescia, profondo nord, feudo leghista.

La scuola è grande molto pulita, molto ordinata. L’aula magna è gremita di studenti anche di altre scuole. Arriva un liceo artistico. Saranno 200.  La giornata organizzata  è varia e interessante .  Vediamo il doc. Poi presento, come sempre. Parlo e non sto seduta, non riesco piu ormai. Questo giro d’Italia è un incontro di corpi, inzio da dietro il banco dei relatori e subito qualcosa mi stacca dalla sedia. In piedi davanti ai ragazzi, in piedi in mezzo ai ragazzi. Le ragazzine a volte mi guardano dure, mi scrutano, talvolta penso ci sia anche dell’odio per quello che rappresento. Una stronza. Adulta. “Come  adulti sono quelli che fanno la tv oscena che ci fate guardare. E adesso arriva questa che ci racconta che quella tv non va bene. E noi in mezzo prima a seguire cio che la tv ci impone e ora ad ascoltare una che ci dice che potremmo avere sbagliato negli …

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PROTEGGERE IL NOSTRO LAVORO

Cosa te a interessada?” ci interrogava così Raul Manso, maestro di recitazione argentino, alla fine di una scena improvvisata da due colleghi alla scuola di recitazione. Dovevamo commentare il loro lavoro, si trattava spesso di un’esercitazione in cui ci si chiedeva di  mettere in scena una piccola piece. L’atto creativo necessita di essere protetto da giudizi tesi alla critica distruttiva.

Raul mi ha impartito uno degli insegnamenti piu importanti che ho ricevuto nella mia vita. Da allora inizio sempre i mei commenti sul  lavoro altrui con ” cio’ che mi ha interessato…” e solo dopo aggiungo una eventuale critica.

Non è un esercizio da poco: noi siamo maestri nell’esercitarci nella critica e nel dimostrare quanto bravi siamo a scoprire gli errori degli altri.

Chi sta creando, chi sta cercando di portare il nuovo nelle nostre vite, dimostra coraggio. Spesso però vive momenti di grande fragilità, teme l’errore, teme il giudizio, teme lo sbaglio. L’atto creativo, l’atto innovativo va dunque protetto, va fatto crescere in un ambiente rispettoso perchè possa crescere. Non va esposto alla critica sterile.

Ieri ho presentato il mio libro a Milano con Gad Lerner: molta gente, bel dibattito, persone calorosissime.

Ebbene stamane incontro un’amica che dice che il dibattito però era troppo politico, un’altra afferma che c’erano troppe femministe, un altra che ce n’erano poche! Un dirigente d’azienda  sentenzia che sperava si parlasse di temi piu interessanti, una conoscente mi ricorda che ho lasciato una domanda inevasa.

Abbozzo, non commento, mi allontano.

Valutano queste persone la fatica …

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Come bucce di patate

Anni fa conservai per qualche giorno, sul tavolo del soggiorno, un quotidiano che riportava una mia intervista sul tema donne e potere. Venne a trovarmi il mio amico Andrea, lesse l’articolo, posò il giornale e sorridendo mi disse “vedi che con i quotidiani, il giorno dopo ci si avvolgono le bucce di patate.”

Capii o meglio sentii che aveva ragione.

Da quel giorno non conservo più nulla che mi riguarda.

La mia amica Clara dice che sbaglio, che ai miei figli potrebbe piacere un giorno leggere di questa bella avventura de Il Corpo delle Donne. Magari allora cercheranno in rete e forse qualcuno di voi avrà conservato qualche ritaglio polveroso da fornir loro.

Mandala di Pace – La dissoluzione

L’altra notte è andata in onda una mia intervista su Rai 2: io ero a letto.

Rivedermi in tv è un’esperienza che non amo: non perché non mi piaccio io, ma perché non mi piace il mezzo televisivo così come è utilizzato ora: nulla di interessante emerge mai, non si impara mai niente.

Trovo che occuparsi di tv sia in assoluto la cosa meno interessante che mi sia capitata di fare. Ciò che mi motiva è la consapevolezza di essere utile per molti ragazzi e ragazze, che mi scrivono e mi dicono di continuare.

Ieri a Punto Rosso è arrivata una lettrice del blog, 18enne insieme al suo ragazzo.

Gliel’ho scritto anche sulla dedica che mi ha chiesto per la sua copia del libro “sei già il cambiamento per

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Schiave Radiose

I tentativi di sopravvivere con la propria originale identità vengono oscurati o rinnegati in favore delle regole del mercato, che sul corpo delle donne ricava cospicui profitti. E non c’è quindi poi molta differenza tra Cristina, che si dibatte tra una personalità che orgogliosamente dichiara “con le palle” e una sesta di reggiseno che si è procurata per rispondere alle leggi dello spettacolo, e una manager che avanza nelle rigide gerarchie aziendali sottoponendosi a ritmi di lavoro disumani, permettendo che logiche maschili di intendere il lavoro si portino via quegli anni che il suo corpo vorrebbe con forza destinare anche ad altro.”

da “Il Corpo delle Donne” ed. Feltrinelli…

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Non accettiamo il pensiero dominante

“…Dopo la realizzazione de Il Corpo delle Donne, fin da subito avremmo voluto fare qualcosa per incidere concretamente sull’offerta della televisione. Per prima cosa, abbiamo passato giorni interi tra i libri: quelli che avevamo in casa, poi quelli delle librerie e delle biblioteche che già conoscevamo ma che andavano ripresi. I testi di critica televisiva abbondano, e già lo sapevamo. Centinaia di pagine fitte, che si rifanno soprattutto a filosofi come Jean Baudrillard e Guy Debord, o a sociologi come Raymond Williams. Opere che per l’alto livello culturale e la specificità degli argomenti sono difficilmente comprensibili ai più. Ci siamo resi conto che avremmo dovuto trovare un metodo accessibile a tutti, un metodo che partisse dalle immagini della tv e non dal di fuori, cioè dalla pura riflessione sui concetti. Com’è possibile, ci chiedevamo, criticare e modificare un fenomeno diffuso come la tv con testi che sono comprensibili solo da chi la tv non la guarda, in possesso di una cultura varia e complessa, da chi insomma non è il target della proposta televisiva generalista? No, non era possibile.

Se gli strumenti teorici e analitici esistevano già, cosa serviva dunque per attivare il cambiamento? Serve metterli in campo, quegli strumenti. Serve passare dalla teoria alla pratica. Serve un atteggiamento attivo e non passivo. Serve far rispettare le regole che già esistono. Serve non accettare sempre e comunque il pensiero dominante.

In questo senso è fondamentale essere consapevoli non solo dei propri diritti, ma anche della possibilità che abbiamo tutti di …

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Sostenere il progetto “Il Corpo delle Donne”

Il Corpo delle Donne è un documentario sull’uso del corpo delle donne nella tv italiana.

Il Corpo delle Donne ora è un libro, o meglio uno strumento, che innalza il nostro livello di consapevolezza. Contiene due interessanti capitoli su come guardare la tv con nuovi occhi. Offre spunti di resistenza pratica e di cambiamento.

Tempo fa qualcuno di voi ci chiedeva perché non lanciavamo una campagna di raccolta fondi per sostenere il progetto: non ci pareva giusto.

Molti ci hanno chiesto di inserire banner pubblicitari: non ci pareva giusto.

Ora vi chiedo di comperare se potete il libro: il ricavato, la parte che rimane a noi, serve totalmente a sostenere il progetto. Che significa andare nelle scuole, continuare con il lavoro del blog, e altre iniziative che verranno.

Poche utili azioni possono fare la differenza dunque:

– acquistare il libro: online costa 10 euro

– regalarlo a un’amica/o

– mettere il banner che trovate in fondo alla sidebar a destra, sui vostri blog e linkarlo ai vostri amici: il Teorema della 94 puo’ diventare il motivo conduttore di una volontà di cambiare

Il vostro supporto ora è fondamentale. Dopo questo passo, credo che sarà arrivato  il momento di organizzare degli incontri reali.

Grazie.

IL TEOREMA DELLA 94

Da anni a luglio ripeto un esperimento il cui esito finale

spero mi sorprenda ma che finora mi ha dato sempre

uguale risultato.

La 94 è la linea di autobus che collega le varie fermate

della circonvallazione interna di Milano, quella denominata

anche

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Il Corpo delle Donne – IL LIBRO da oggi in libreria

Ho scritto questo libro per raccontare cosa è successo in questo anno in giro per l’Italia con il documentario.

Ho scritto questo libro per dire che spegnere la tv, oggi, è un atto elitario. Che ci fa dimenticare i molti, la maggioranza, che la tv la guardano. Tanto.

E che il vero atto rivoluzionario è guardare la tv insieme a chi la guarda sempre e comunque.

Ho usato anche le vostre parole, quelle dei commenti ai post che hanno fatto crescere questo progetto.

Ho scritto questo libro sui treni, nelle pensioni, mentre portavo in giro il documentario, mentre portavo Nuovi Occhi per la TV nelle scuole.

Ho cercato di usare le parole delle donne perché credo sia venuto il momento di farle uscire, di avere il coraggio di portarle fuori.

Ne è uscito un libro militante, scritto tenendo a mente e nel cuore le ragazze e i ragazzi che vengono a sentirci nelle scuole.

Cambiare il mondo si può, non ho mai avuto dubbi.

Spero che lo leggiate, ci servirà anche per finanziare la diffusione del progetto che, ad oggi, non gode di finanziamenti.

Così inizia il mio libro:

IL TEOREMA DELLA 94

Da anni a luglio ripeto un esperimento il cui esito finale

spero mi sorprenda ma che finora mi ha dato sempre

uguale risultato.

La 94 è la linea di autobus che collega le varie fermate

della circonvallazione interna di Milano, quella denominata

anche “la cerchia dei Navigli”; si tratta di una linea molto

frequentata, che i

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