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PRONTI…VIA!

Molti di voi mi hanno scritto negli ultimi mesi chiedendomi di fare, collaborare, produrre.

Bene, è il momento.

Iniziamo da Milano.

A novembre ci saranno le primarie per il candidato sindaco della cosiddetta sinistra: Giuliano Pisapia, Stefano Boeri, Valerio Onida.

www.pisapiaxmilano.com

www.stefanoboeri.it

www.milanonida.it

Bene, dobbiamo seguire i 3 candidati nei loro incontri, l’agenda è on line, e interrogarli su come intendono ampliare e valorizzare il ruolo delle donne. Cerchiamo dunque volontari che:

-riassumano sul blog il programma del candidato

-compongano un breve questionario, da condividere sul sito, che sottoporranno al futuro sindaco, presentandosi come gruppo d’opinione Il Corpo delle Donne.

-riportino sul sito i risultati dei loro incontri.

Io vado oggi alle h 18 a sentire Boeri e alle 21 ad ascoltare Pisapia. Il nostro obbiettivo è chiaro: voteremo e appoggeremo chi sarà in grado di valorizzare in futuro il ruolo delle donne nella gestione della città. Facciamoci sentire: siamo la maggioranza e chiediamo di essere visibili, presenti, attive. Che non accada come in passato: grandi promesse e poi nel Consiglio Regionale della Lombardia siede una donna…Vi attendiamo!…

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Senza aria si muore

Milanosimuove.it ha promosso cinque quesiti referendari: 1. per la pedonalizzazione del centro, l’aumento dei mezzi pubblici e l’estensione dell’ecopass finalizzati alla riduzione delo smog 2. il raddoppio della quantità di verde a Milano 3. conservazione del futuro parco dell’area expo 4. risparmio energetico e riduzione delle emissioni di gas serra 5. ripristino del sistema dei navigli milanesi. I dettagli li trovate sul loro sito.

Ieri alla presentazione della 3 giorni di raccolta firme nel centro di Milano, eravamo pochissimi. Questo rende l’idea del baratro in cui è caduta questa città, che è la mia città. Non è questione di essere di sinistra o di destra, di essere radicali oppure no. Sono in gioco i bisogni primari. Prima ancora di mangiare e bere, abbiamo necessità di respirare. A Milano non si respira più.

Mi sono spesso chiesta se questa stagnazione della mia città, questa mancanza di idee, questa incapacità al cambiamento, questo blocco della creatività, non abiano a che fare con la cronica mancanza d’aria. Il respiro è vita. A Milano senza aria stiamo morendo.

Si firma in questo fine settimana in molti punti della città.

Questo è il VIDEOPOST del nostro appello.

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Zitte o zittite?

Ecco l’articolo che abbiamo pubblicato il 15 settembre su ilfattoquotidiano.it. Quale è la vostra opinione?

“Ci dica” mi chiedono i giornalisti: “cosa pensa del concorso di Miss Italia?” “E del velinismo politico?” “E delle gheddafine?”

Ora io credo che ci sia solo una domanda urgente che nulla ha a che fare con le precedenti e che  molto però ha a che fare con la corretta rappresentanza politica dei cittadini, trattandosi della maggioranza dei cittadini:

Dove sono le donne? Intendo le donne reali. Che lo sappiamo tutti che l’Italia non è fatta solo di prostitute e veline.

Da un anno e mezzo vengo invitata da regioni, comuni, università e  scuole per dibattere intorno al documentario “Il Corpo delle Donne”. Incontro moltissime donne, giovani e vecchie, belle brutte colte, semplici, professoresse, studentesse, casalinghe, artigiane: come mai queste donne, le donne italiane non hanno visibilità? Perché si parla solo di qualche centinaia  di escort?

Perché i giornalisti non mi chiedono altro? Perché non mi domandano  per esempio come mai in questa estate di candidature e autocandidature non è stata mai nominata una donna?

Non esiste una donna nei partiti che possa sfidare gli attuali contendenti? E non esiste nella società civile una donna valida da far emergere? Cioè non esiste una donna della levatura, chessò, di un Bersani? Di un Casini? Di un Rutelli? Non c’è proprio?

Il PD l’ha cercata e non l’ha trovata? E gli altri partiti nemmeno?

Mi sono occupata di gestione di organizzazioni anche complesse e …

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Non è un paese per vecchie

La Lipperini io non l’ho mai incontrata. Fisicamente intendo. Tra di noi quindi il rapporto è pulito: nessun debito che mi imponga di scrivere del suo libro Non è un paese per vecchie.

La Lipperini l’ho incontrata solo nei suoi testi: chi ha visto Il Corpo delle Donne sa che  spunti  fondamentali del documentario  provengono dal libro Ancora dalla parte delle Bambine. Lettura a mio avviso imprescindibile per fare il punto su dove ci si trovi a crescere oggi se sei una ragazzina e vivi in Italia.

L’estate appena trascorsa è stata feroce: la fogna ci ha sommerse, in alcuni giorni la lettura dei quotidiani mi provocava una nausea acuta.

Il disagio coinvolge tutti, ma è indubbiamente durissima oggi ancor più per le donne, e una sintesi di ciò che sta accadendo la leggete qui: il post della Lipperini dice tutto quello che c’è da sapere, ci da tutte le informazioni che ci servono.

Tutte le informazioni che ci servono per agire.

Mi pare che nell’emergenza in cui viviamo l’unico modo serio di fare il proprio mestiere di giornalista sia provocare le coscienze per condurre ad un’azione di cambiamento sociale.

Tutto il resto, tutto il giornalismo cinico e salottiero mi pare una perdita di tempo che non ci possiamo più permettere.

“A Milano, Liliana 78 anni, ha rinunciato agli asparagi, all’olio di oliva, alla carne, all’acqua minerale. A Firenze una sua omonima vive con 568 euro al mese, la pensione di ex donna di servizio.. per non

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Lech Lecha!

Questo è il post che è stato pubblicato l’8 settembre su ilfattoquotidiano.it. Cosa ne pensate?

Interrogato su che cosa augurerebbe ad una bambina appena nata, Gad Lerner risponde: “Lech Lecha!” cioè Vattene! Esci dalla casa del Padre!”, che sono poi le primissime parole pronunciate dal Signore ad Abramo e significano “Costruisci la tua autonomia, impara a disubbidire”. Michela Murgia, vincitrice del Premio Campiello (e a cui è stata rubata l’attenzione al suo romanzo Accabadora a causa dell’uscita miserabile di Vespa circa il décolleté della scrittrice Silvia Avallone) è della stessa opinione: “La prima parola non sia mamma o babbo. Sia invece “NO” e che per farti dire “SI” debbano darti ogni volta un buon motivo.”

Sono d’accordo. Sono però anche consapevole che sia oggi più difficile, rispetto ad anni fa, andarsene dalla casa del Padre, essere in grado di dire “NO”. Non solo per i noti problemi pratici – dove vado se non trovo lavoro? dove vado se ho un lavoro che mi fa guadagnare 800 euro al mese? – ma principalmente per la diffusa difficoltà a capire chi si è e quindi a formulare una volontà di futuro che corrisponda ai nostri desideri profondi. E in seguito consenta di unirsi a chi ci assomiglia. E’ indubbiamente più difficile oggi di quanto non fosse negli Anni 70 ascoltarsi e manifestare la propria individualità quando i diktat dei media sono così imperativi nei confronti dei giovani uomini e ancor più delle giovani donne. E’ inutile negare che esiste una misoginia pericolosa …

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La solitudine degli uomini

Riceviamo e pubblichiamo:

La prima volta che andai con una prostituta fu anche l’ultima. Era il 1992, avevo 20 anni e non mi avevano mai interessato. Sentivo, anche da ragazzo con poca esperienza di vita e di sesso, che la cosa più eccitante nel rapporto fisico con una donna fosse conquistarne il desiderio, che questa con il corpo e anche con la mente mi volesse. Quella volta ero in giro con un amico ed altri ragazzi, che decisero di concludere la serata con un rapporto a pagamento. Non ne avevo alcuna voglia ma non riuscii a dire di no alla loro insistenza e ci andai anch’io. Ero teso e imbarazzato, pur cercando di non darlo a vedere. Avrei voluto aver fatto la corte a una delle tante ragazze che avevamo incrociato nei locali di quella sera. Invece andai in una camera fatiscente con quella giovane argentina, che nonostante i sorrisi era chiaramente lontana da ciò che avrebbe realmente desiderato dalla vita. La conseguenza fu che dopo un approccio non convinto ci mettemmo a parlare: niente di importante o profondo, solo quello che ci si dice quando ci si incontra per la prima volta. Se non ci andai a letto non fu per compassione, non mi facevo alcun problema per lei. Fu perché una cosa mi mancava in quella situazione: essere voluto.

E’ stata una esperienza di solitudine. Ho constatato che per molti uomini è invece proprio il fatto di pagare, e dunque dominare, la fonte di eccitazione. Avere, non essere

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CI SIAMO ?

Dicevamo in uno degli ultimi post prefestivi “chi le ha viste ?”, che pareva emergere un dato sin dall’inizio della querelle politica estiva: non si vedevano donne coinvolte nel dibattito. E così è stato: per tutta l’estate il confronto è stato infuocato, le candidature e le autocandidature per possibili primarie si sono susseguite, i pronostici hanno riempito le pagine dei quotidiani.

Non una donna.

Sapete che lo trovo quasi divertente. Se ci penso come donna, questo negare la nostra esistenza mi fa arrabbiare.

Se lo penso però come professionista, trovo la negazione dell’esistenza delle donne uno dei fatti più ottusi e meno lungimiranti a cui mi sia capitato di assstere nella mia vita di lavoro.

Non è più nemmeno questione di femminismo, è una struttrale incapacità di tenere conto della maggioranza della popolazione. Credo che a questo punto diventi anche noioso ripetere che siamo la maggioranza, che siamo quelle che decidono gli acquisti, che le donne anziane rappresentano il “welfare all’italiana” mantenendo ancora figli e nipoti con la pensione. Che è ormai provato che le aziende dove ci sono dirigenti donne reggono meglio la crisi economica, che siamo più brave a scuola ecc ecc ecc.

Come si dice “idda sa canta, e idda sa sona”, ce lo diciamo tra di noi insomma.

Anzi no, sbaglio. Scusate.

Non è vero che quest’estate non si è parlato di donne, ho detto una bugia.

La persona in effetti di cui si è più scritto è una donna, Elisabetta Tuliani, moglie del presidente della …

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