Posts tagged "giulia camin"
L'interruzione di gravidanza in Francia meno umiliante che da noi

L’interruzione di gravidanza in Francia meno umiliante che da noi

Giulia Camin da Parigi ci racconta come funziona l’interruzione di gravidanza per le donne francesi:

Ho letto allibita la storia di Valentina, affetta da una grave malattia genetica, costretta ad abortire da sola, abbandonata in un bagno dell’ospedale di Roma perché tutti i medici presenti erano obbiettori. Ma quante saranno le storie simili di cui sappiamo poco o nulla? Ho appreso con estremo smarrimento le dichiarazioni della Ministra Lorenzin sul piano di fertilità di cui ha trattato anche Lorella recentemente su questo blog. Credo che in situazioni difficili come quella che stiamo attraversando, per evitare di fare passi indietro, per evitare di farci portare via diritti acquisiti con anni di lotte, sia necessario studiare e aggrapparsi alle legislazioni a volte esemplari di altri paesi a noi vicini. Vi racconto quindi brevemente come funzionano le cose qui, in Francia non solo perché credo che il Ministero per i diritti delle donne dell’attuale governo francese stia permettendo un avanzamento reale e costante nel consolidare e acquisire diritti e uguaglianza, ma anche perché, se di questo voleva parlarci la Ministra Lorenzin, qui di bambini ne nascono eccome. Ma non è solo di aumento demografico che stiamo parlando, i temi prioritari  sono ben altri: sicurezza, salute, libertà di scelta.

IVG (interruzione volontaria di gravidanza) :

Secondo l’articolo L.2212-1 del Code de la santé publique, l’ivg  è accessibile a tutte le donne, previo il rispetto di alcune tappe che ne regolamentano l’attuazione. Le tappe consistono in due visite mediche e una consultazione “psyco-social”.

La

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Una Tesi per Ombrello:Lettera all'Università che non c'è

Una Tesi per Ombrello:Lettera all’Università che non c’è

Qualche giorno fa mi è tornata in mente un’immagine. Un signore, sotto la pioggia, attraversa veloce campo San Barnaba, a Venezia, coprendosi la testa con un librone bianco. A ripensarci mi prende un sussulto, persino ora che sono nel mio ufficio e che mi sento «al sicuro». Sono passati tanti anni, sono cambiate tante cose.

A dire il vero non si tratta di un’immagine inventata, ma di un ricordo ben preciso. Il signore di cui parlo era un docente della mia Università a cui avevo appena consegnato la mia tesi di laurea specialistica. L’avevo contattato in quanto membro del corpo docenti di un master creato da poco presso l’Università di Roma. Sono sempre stata abbastanza scettica nei confronti di formazioni e corsi di studi infiniti, ma questo master di due anni sembrava presentare un programma di tutto rispetto e avrebbe potuto calzare a perfezione con il mio percorso di preparazione professionale. Invece che fare come tante persone che avevano studiato insieme a me, io stavo valutando un’ipotesi che mi avrebbe permesso di integrarmi e conoscere meglio il tessuto culturale italiano. L’ipotesi estero non si era ancora fatta strada nella mia testa; molti e molte erano nel frattempo già fuggiti.

L’iscrizione costava però una sassata. Desideravo quindi capire se sarebbe stato possibile ottenere una borsa di studio, vista magari anche l’attinenza con la mia tesi di laurea specialistica e le sudate esperienze già accumulate nel settore. Lui, dopo un veloce incontro durante il quale aveva continuato ad annuire e stuzzicarsi …

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E io Vi dico, Se Potete Andate

E io Vi dico, Se Potete Andate

Oggi le lettere dall’estero sono due. Chiara Baldin ci scrive da Lisbona della sua rabbia nel sentire rappresentare l’Italia in modo sterotipato, seppur vero. Giulia Camin ci racconta della importante manifestazione per la libertà che si è svolta ieri a Parigi-Giulia che foto rappresentativa della tua gioia! L’Italia è tra iPaesi avanzati, quello da cui i/le giovani stanno emigrando di più. La Lombardia, incredibile! è la regione da cui più si parte. Io dico e ribadisco, se potete, andate. Ricevo ogni giorno decine di mail di ragazze/i che sarebbe superficiale definire scoraggiati. Il sentimento che provano è di sconfitta, di limbo senza meta, di disillusione fino al midollo.  Io credo che il problema reale dell’Italia, più di tutti gli altri seppur gravi, sia quello del FAMILISMO AMORALE che ormai ammorba tutto e tutte. Io non posso godere della bontà delle Primarie del PD perchè  il PD ha messo  in lista anche gente di pochissima levatura solo perchè moglie/marito/figlia di.. Se questa pratica lascia annichilita una donna adulta come me, che effetto fa ad un/una ventenne?

E’ stato meraviglioso avere a cena le corrispndenti a Natale: l’ogoglio per averle al mio fianco era grande. Che gioia deve provare Marina per  essere riuscita a diventare giornalista assunta retribuita e stimata a 25 anni della radiotv di stato australiana? E qui che possibilità avrebbe avuto? E a Giulia che ricopre un ruolo di prestigio in un importante realtà museale parigina, cosa avrebbero offerto qui?

Come pronosticava Sciascia, sono stati gli usi e …

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Sono Choosy e me ne Vanto

Sono Choosy e me ne Vanto

Oggi ospitiamo la nostra corrispondente da Parigi GIULIA CAMIN che interviene nel dibattito avviato da Giulia Rosoni NON SONO CHOOSY VOGLIO SOLO VIVERE. Giulia mi interroga direttamente, a breve interverrò dunque anch’io.

Tra le varie vicende che sottolineano il fallimento delle società contemporanee incapaci di guardare al futuro ho ripensato a questo: La France n’aime pas ces jeunes (La Francia non ama i suoi giovani). Questo il titolo di un sondaggio che circa un anno fa venne pubblicato e discusso pressoché ovunque nei media francesi e che ricordo bene mi colpì particolarmente. Ricordo anche di aver ascoltato stupita un’emissione di una delle radio nazionali in cui a turno, giovani e adulti/anziani, telefonavano offendendosi reciprocamente “i giovani di oggi non sanno cosa vogliono e stanno incollati al pc”. No siete voi che siete vecchi e ci avete lasciato in eredità un mare di rogne. E ancora: “provo fastidio quando vedo dei giovani malvestiti e tatuati nelle metropolitane”. Insomma, un gran dibattito che verteva su di una sorta di scontro generazionale.

La cosa che mi fa e mi faceva ridere è che la categoria giovani comprendeva spesso età che oscillavano indistintamente  dai 18 ai 25 anni, fino ad arrivare ai 30-35. Perché poi alla fine chi sarebbero i giovani? Di chi stiamo parlando? Quali le etichette pronte da incollare sulla loro fronte? Questo sondaggio mi è tornato in mente mentre leggevo il brulicare di reazioni più o meno vivaci che su tweeter, hashtag vari e iniziative facebook sono nate …

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Le Nuove Emigranti

Le Nuove Emigranti

“I Nuovi Emigranti” titolava la copertina dell’Espresso di venerdi scorso 14 settembre. Da qualche anno ragazzi e ragazze italiani emigrano per trovare un lavoro decente, visto che qui non ci sono opportunità. A differenza dei loro nonni, vanno all’estero da laureati, spesso con Master, e a giudizio delle organizzazioni  che poi li assumono, sono bravi e preparati.

Qui sul blog da tempo abbiamo avviato una proficua collaborazione con giovani donne italiane che si sono inserite, tra molte difficoltà, in un percorso lavorativo all’estero. Giulia da Parigi, Chiara B. da Lisbona, Marina da Sydney, Livia da Berlino, Chiara C. da Oxford, Giusi da Barcellona, ogni lunedi ci racconteranno come si vive lontano da qui, quali sono i problemi, quali i vantaggi. Un canale diretto a cui potete inviare domande. Un altro modo di uscire dalle gabbie. Non tutte/i devono andare all’estero. Chi può però, ci vada. Serve consocere l’inglese, non serve avere consocenze e molti soldi. Andate e, quando avete accumulato espereinza, se potete tornate. Sarete forti di un’esperienza formativa impagabile.

Oggi Giusi ci racconta di un 11 settmebre diverso in Cataluna. Questo appuntamento si ripeterà ongi lunedì. Buona settimana.

L’11 Settembre

Tutti voi saprete cosa accadde l’11 di settembre del 2001 con il terribile attentato alle Torri gemelle di New York. Sicuramente meno persone sanno, invece, cosa accadde l’11 di settembre di un altro anno, il lontanissimo 1714. Quel giorno le truppe borboniche di Filippo V di Spagna conquistarono Barcellona, mettendo fine all’assedio alla città che durava da oltre …

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Il futuro dipende da noi: Lettera da.. Parigi (4)

Il futuro dipende da noi: Lettera da.. Parigi (4)

Giulia Camin ci racconta i giorni che avvicinano alle elezioni presidenziali in Francia, parlando di politica e impegno civile. Uno sguardo ai “cugini” per capire di più di noi. Buona Lettura!

Care amiche e cari amici, nonostante le giornate si stiano allungando, vento freddo e nuvoloni grigi sembrano allontanare sempre più l’arrivo della primavera. Un vero peccato perché qualche settimana fa, raggiunti i 20 gradi, Parigi, le sue migliaia di brasserie e i loro micro-tavolini tondi disseminati un po’ ovunque avevano fatto fiorire la città facendo respirare un’atmosfera prematuramente estiva e vacanziera. Ma non è solo il sole o la primavera che qui aspettiamo con impazienza. In Francia è tempo di cambiamenti: le elezioni presidenziali sono in arrivo, scuotono il paese e lo fanno vibrare. Oramai manca davvero pochissimo, i miei nuovi connazionali saranno chiamati alle urne il 22 aprile. Parigi è tappezzata da manifesti, faccioni seri su sfondi alienanti lanciano i soliti slogan elettorali, inviti a comizi ed eventi di ogni tipo. Assisto stranita alla quotidiana guerra di distribuzione di volantini, e se interpellata cerco timidamente di spiegare che non potrò essere utile a nessuno visto che non ho il diritto di voto in quanto straniera. Ma queste elezioni mi stanno enormemente a cuore e parlandone me ne rendo sempre più conto: sì, mi piacerebbe poter dire la mia, questa volta, qui in un paese dove non sono nata, ma dove abito e  lavoro.

Da parecchi mesi mi sono messa di impegno, ho cercato di seguire quella che sentivo …

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Un lavoro "fisso": lettera da Parigi (3)

Un lavoro “fisso”: lettera da Parigi (3)

Cari amici e care amiche, come state?

Oggi a Parigi il cielo e grigio e grossi nuvoloni si spostano veloci, spinti da un vento caldo che sembra scirocco e che mi ricorda Venezia. Io sto bene e se non ho avuto il tempo per scrivere la mia terza lettera per il blog del Corpo delle donne è proprio perché il mio tempo libero ultimamente si è ridotto drasticamente. Sto lavorando moltissimo, e in questi mesi mi sento completamente assorbita dal mio nuovo lavoro come anche dall’esplorazione di Parigi, così instancabilmente caotica, vivace e stimolante, una città che sembra non riposare mai. Le mie giornate sono piene di sfide, corse e spostamenti, una costante ricerca di equilibrio nella nuova routine. A lavoro sto imparando molto, e questo mi riempie di gioia oltre a farmi sentire più viva e utile. Mi succedono però anche cose strane, tragicomiche direi, del tipo: andare ad una riunione di lavoro e pensare di aver sbagliato sala solo perché c’erano a mio parere troppe donne giovani sedute intorno al tavolo. Triste e divertente al contempo. Ma effettivamente il mondo dei musei e delle istituzioni culturali a Parigi testimoniano una presenza femminile di quantità e qualità, e questo mi rassicura. Ce la faremo anche in Italia, dobbiamo solo continuare a crederci e a lottare.

Tornando al mio microcosmo, le vacanze di Natale (oramai lontane) dalle quali io e Tommaso siamo tornati carichi di pesantissime valige farcite di grana e delizie nostrane consegnateci dalle nostre mamme, sono state un’occasione …

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