Never Sorry, cioè mai chiedere scusa, mai dispiacersi. Se detto dall’attivista cinese Ai Weiwei assume un significato di lotta e di coraggio indomabile. Guardate il video per capire. Vedete lo sguardo? “Perchè lo fa?” gli chiedono. “Non vorrei che i ragazzi di oggi dovessero rivivere ciò che ho dovuto subire io”. E dunque, agisce.

Le Pussy Riot sono in prigione. Le prigioni russe di Putin non devono essere luoghi accoglienti. Giusto per ribadire che i miserabili che hanno sostenuto che le ragazze avrebbero ottenuto fama e denaro per la loro visibilità ottenuta, forse dovrebbero vergognarsi. Può essere che, una volta uscite, le 3 ragazze godranno di fama e denaro. Per ora stanno in cella.

Sia Ai Weiwei che le Pussy Riot si battano coraggiosamente contro poteri forti spesso in assenza di democrazia. Sono persone coraggiose: consapevole di ciò che rischia il primo data l’età, forse più impreparte le seconde, e dunque speriamo che la detenzione non sia feroce. Sia l’uno che le altre sanno che la notorietà mondiale serve, ma serve fino ad un certo punto. Nessuno toccherà le Pussy Riot se persino Madonna si muove a loro difesa. Nessuno imprigionerà Ai Weiwei se i maggiori artisti internazionali sono con lui, si dice. Non ne sono così sicura. Certo Putin non è un ingenuo: delle 3 ragazze russe si è parlato moltissimo quando sono state imprigionate, molto la settimana dopo, ma già settimana scorsa faticavo a trovare articoli su di loro. Basta riflettere da che parte stia il potere, …

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