Rio de Janeiro
Radical Chic!

Radical Chic!

Carolina de Assis brasiliana che ci scriveva da Rio, è arrivata a Bologna per studiare. Le abbiamo chiesto di continuare a colalborare con noi 🙂 Ci racconta del Festival di Internazionale di Ferrara. Ringraziamo Carolina, ilsuo report è qui sotto. Io approffitto per dire  da sempre il festival di Internazionale mi ricorda il nostro provincialismo insostenibile. Ieri c’era Laurie Penny 26enne voce del femminismo britannico. Perchè straniera viene invitata ascoltata e rispettata da soggetti italiani che non degnerebbero di uno sguardo una di voi che leggete.  Schiere di giornalisti italiani radical chic tempo fa prendevano appunti ascoltando Natasha Walters femminista convinta,  che, se fosse stata loro connazionale, avrebbero liquidato con un sorrisino nel migliore dei casi o, nel peggiore dandole della sfigata, no meglio della MORALISTA! E c’era pure Beatriz Preciado! CHe vedete nella foto esperta di tematiche queer, riverita in francia e spagna per la sua testa nonostante il look. E ve lo immaginate se una di noi domani si presentasse in un talk show della sinistra figa con il baffetto della meravigliosa  Beatriz?  Guardate,quasi quasi lo faccio 🙂 “Ma come mai donne così in gamba come  ne incontro parecchie qui non hanno la visibilità che si meritano”? mi chiedeva un notissimo corrispondente inglese due settimane fa durante un convegno internazionale. Già,come mai? Ma ancor più: come mai moltissime donne non si emancipano da questi nostranissimi intellettuali miserelli  e li mandano a quel paese?

Profumo di caffè e cornetto al cioccolato. Ero ancora all’aeroporto, e quel dolce aroma già …

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Lettera da.. Rio de Janeiro (5)

Lettera da.. Rio de Janeiro (5)

Care tutte e cari tutti, se in Italia i mesi di luglio e agosto sono sinonimo di sole e vacanze, in Brasile siamo all’inverno, ma per fortuna almeno a Rio questo non vuol dire necessariamente freddo e pioggia. Infatti questo è uno degli inverni più piacevoli che io abbia mai vissuto a Rio: con temperature verso i 23 gradi durante il giorno, io continuo ad andare in spiaggia ogni sabato mattina. La brezza del mare si fa un po’ più freddina, è vero, ma il sole non molla mai e il cielo è ancora più blu. Questo inverno in particolare si è iniziato caldissimo qui a Rio. Dal 15 al 23 giugno la città ha ospitato due eventi internazionali decisivi: la Conferenza dei Popoli e la Conferenza dell’ONU sullo Sviluppo Sostenibile, la Rio+20, vent’anni dopo il Summit della Terra, la prima conferenza mondiale sull’ambiente. Se la Rio+20 si presentava come una assemblea dei capi di stato per decidere il futuro del mondo e dell’umanità, la Conferenza dei Popoli invece era una riunione di gruppi della società civile di tutto il mondo che si ponevano la domanda: “che futuro vogliamo?” Una delle prime manifestazioni pubbliche nell’ambito della Conferenza dei Popoli è stata quella delle donne. Io c’ero, in mezzo a cinque mila donne e anche uomini, e noi abbiamo marciato per “dimostrare l’atteggiamento femminista di critica globale alle false soluzioni proposte per la crisi attuale, rappresentate dalla ‘green economy’”. Abbiamo manifestato contro la mercantilizzazione della natura e in difesa dei beni …

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Filosofia e fumetti: Lettera da.. Rio de Janeiro (4)

Filosofia e fumetti: Lettera da.. Rio de Janeiro (4)

Io sono una patita delle parole. Da bambina divoro qualsiasi pezzo di carta che mi trovo in mano – e questa pazzia si è iniziata molto presto nella mia vita, con i fumetti. Il ricordo è molto chiaro: io di anni ne avevo quattro, ed ero seduta sul letto mentre mia madre mi leggeva i fumetti e mi aiutava ad unire le lettere che formavano le parole che formavano le frasi che formavano le storie… E così ho imparato a leggere, prima di tutti le altre bambine e gli altri bambini all’asilo nido – orgoglio della mamma!

Non ci siamo mai lasciati, i fumetti ed io. Mentre crescevo, sono cambiati i miei gusti, ovviamente: oggi mi affascinano i fumetti erotici (sopratutto quelli dei grandi Milo Manara e Guido Crepax) e i fumetti politici. So che devo a loro la mia devozione e il mio amore alla parola scritta, ma paradossalmente ciò che me ne piace di più è il modo in cui riescono a comunicare idee e concetti complessi in poche parole; la ricchezza delle forme e dei colori; o come un piccolo dettaglio può essere decisivo nella storia, o può scatenare un’emozione che una parola forse non sarebbe in grado di farlo. Mi ricordo lo shock della lettura di “Persepolis”, di Marjane Satrapi (leggetevelo se non lo avete fatto ancora!), e da qualche settimana mi aspetta “Palestina”, di Joe Sacco, che non vedo l’ora di iniziare.

Tra le molte ricchezze del mio paese, ci sono anche dei fumettisti geniali. …

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Lettera da.. Rio de Janeiro (3)

Lettera da.. Rio de Janeiro (3)

Carol De Assis ci racconta della violenza di genere vista dal Brasile.

Care tutte e cari tutti, ho una carissima, amatissima amica, di quel tipo di persona che ispira ammirazione e che mi rende molto lusingata della reciprocità dei nostri sentimenti. Una donna bella, intelligente, interessante e cosciente del suo valore – che non è poco. Questa mia amica, quando ci siamo conosciute, aveva un ragazzo. Aveva 21 anni e loro eravano insieme già da due anni, e col tempo e con la prossimità ho visto quanto era un uomo carino, intelligente e interessante anche lui, ed ero felice di vederli insieme, due belle persone e che mi piacevano tanto. Ecco che dopo qualche mese di amicizia, lei ha iniziato a lamentarsi di lui con me. “È molto geloso”, mi diceva. “Litighiamo tutto il tempo, se la prende con qualsiasi uomo con chi io parli, e mi rompe le scatole ogni volta.” A me è sembrato strano che quell’uomo sempre sorridente, sempre di buon umore, con un animo così leggero, fosse dato a una gelosia patologica, come me lo diceva la mia amica. Provavo a darle dei consigli: “magari se provi a fargli vedere come ti fa male e come non c’è niente di cui essere geloso…” “Certo, ci provo, devo avere pazienza…” Col tempo ci siamo avvicinate sempre di più, e mentre la sua fiducia in me cresceva, le storie diventavano sempre più pesanti: “Si arrabbia sempre… Ha un animo violento… A volte, mentre litighiamo, sferra dei pugni sul

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Lettera da.. Rio De Janeiro (2)

Lettera da.. Rio De Janeiro (2)

Ecco la seconda corrispondenza di Carol De Assis, in cui ci racconta di politica, donne e informazione in Brasile.

Care tutte e cari tutti, nella mia prima lettera ho parlato un po’ di me e della mia ricerca sulle donne in politica in Brasile e la loro rappresentazione nei media. Vi voglio parlare ancora un po’ della mia passione su questo argomento e di come se la cavano le nostre sindache, deputate, ministre e presidenta.

Inizio proprio da queste parole: sindaca, deputata, ministra, presidenta. Sono queste le parole che mi hanno portata qui. Una volta Lorella ha chiesto cosa serviva perché in Italia queste parole non facessero più ridere. Nella sua ultima lettera (stupenda!), Livia, da Berlino, ha parlato del peso delle parole, in italiano e in tedesco. Qui in Brasile, sin dal primo gennaio del 2011 abbiamo una presidenta. Non presidente, come ci siamo abituati a dire in portoghese, ma presidentA – se la lettera A è quella usata nella nostra lingua per segnalare il femminile, io la voglio usare per segnalare la mia identità di donna, ha ragionato Dilma Rousseff. Lei si è sempre presentata come la futura presidenta del Brasile. La parola è diventata una vera e propria rissa tra i suoi sostenitori/e e i suoi oppositori/e, ed è pure un modo di sapere se uno/a simpatizza o meno con la Rousseff: basta osservare se si riferisce a lei come ‘presidenta’ o ‘presidente’. Come femminista e professionista della comunicazione, ho sempre fatto molta attenzione al modo in

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Lettera da... Rio de Janeiro

Lettera da… Rio de Janeiro

Dal Brasile una nostra lettrice che ha studiato in Italia e che ci offre un punto di vista diverso, lo sguardo di una giovane donna straniera. Grazie Carol!

Care amiche e cari amici, mi chiamo Carol de Assis, ho 24 anni e sono brasiliana. Vi saluto da Rio de Janeiro, questa città magnifica e spaventosa, dove vivo già da sette anni. Sono nata e cresciuta in un paesino di tre mila abitanti a Minas Gerais – lo stato più bello e dove si mangia meglio in Brasile,  fidatevi! Mia madre, nata e cresciuta a Rio, si è trasferita a Minas a causa del suo lavoro. Potete immaginare una donna forte e indipendente, che se la cavava da sola ai vent’anni e che esce da una città come Rio per trasferirsi ad un paesino di campagna ai confini del Brasile nel 1980? Lei allora girava in motocicletta ed era una delle poche donne che lavoravano fuori casa; dieci anni dopo, si è divorziata da mio padre, giacché era una delle poche donne nel paese che non vedevono il matrimonio come un ergastolo.

Vi ho raccontato un po’ di mia madre perché la sua storia e la sua personalità sono fondamentali per capire chi sono e di che sono fatta. Siamo cresciute, mia sorella più piccola ed io, in una comunità cattolica, tradizionale, conservatrice, mentre a casa avevamo un modello che non apparteneva a quel posto e che ci spingeva sempre ad andare oltre, oltre ciò che ci dicevano di essere il

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