Vado al Teatro Strehler di Milano, c’è Iaia Forte che mi piace assai. Ci porto figlio e figlia.
Entro e mi imbatto in una signora che cura WE WOMEN for EXPO. Ci siamo conosciute un anno fa, mi voleva conoscere per capire come collaborare. Le dissi che volentieri avrei dato una mano, ma non full time perchè facevo già molto nelle scuole.
Da quel giorno non ci siamo piu viste.
La signora vistosamente evita di incontrare il mio sguardo. Resto perplessa.
Mi avvicino e la saluto.
Si finge sorpresa mentre è evidentemente imbarazzata.
Le chiedo come va, le domanda della Conferenza che stanno preparando per il 9 luglio a cui nn sono stata invitata ma di cui molte mi chiedono. Glissa, fa la vaga.
Ci salutiamo, resto stupita.
Ieri prendo il treno per Roma. Incrocio una consigliera del PD che vedo poco ma con cui ho sempre avuto pochi ma cordiali rapporti.
FInge di non vedermi, la saluto.
Mi dice “vengo poi a salutarti” e non lo fa.
Resto stupita.
Scrivo alla Deputata facente funzione del Ministro PAri Opportunita le chiedo di incontrarla. Quando venne eletta Josefa Idem, 2 settimane dopo convocò associazioni e figure di riferimento del mondo delle donne: è il mestiere di una buona Ministra.
Invece la facente funzione non risponde e, dietro mia sollecitazione, mi fa rispondere da una portavoce in modo svogliato.
Perchè vi racconto tutto questo?
Crescendo si impara che non si può piacere a tutte e tutti. Se ottengo il rispetto dell’eurodeputata svedese Soraya Post non è detto che lo debba ottenere dalla deputata italiana Giovanna MArtelli.
Se sto collaborando a costruire con la Presidente norvegese Engivig la prossima Winconference a Roma dove porteremo 800 donne e più da decine di Paesi con ministre manager attiviste coinvolte, non è detto che questo debba interessare le signore di We Women for Expo ( anche se invece dovrebbe almeno un po’ interessarle).
Se la BBC Ard ZDF Orf e altre emittenti europee mi hanno intervistata e hanno ascoltato con rispetto reverenziale dei ns progetti scuole, non è detto che qs progetti debbano interessare la nostra RAI ( ma forse un po dovrebbe interessarla?)
Il tema è un altro.
E’ che di base se voi chiedeste alla Signora di Expo, alla consigliera PD o alla deputata Martelli cosa ho fatto loro, probabilmente farfuglierebbero sciocchezze, pinzillacchere, mezze frasi.
Non è successo nulla.
Veramente nulla.
Forse io non sono loro simpatica come a me tizia o caia possono non essere simpatiche.
Il problema è che in questi anni ho assistito a quello che è IL PROBLEMA che non fa agire noi donne : creare fratture, inventarsi divisioni, amplificare dettagli.
Lo vedo bene continuamente nella mia vita di relazione.
“Al convegno X non abbiamo invitato la Tale perchè Caia mi ha detto che avrebbe riferito…”
Se poi si indagasse sul perchè la Tale non ha avuto accesso al convegno e si chiedessero ragioni concrete, come dicevo, la risposta stenterebbe ad arrivare.
Perchè una vera ragione non c’è.
Su questo, spiace ricordarlo, sono piu bravi gli uomini.
Hanno un obbiettivo e si uniscono per raggiungere quell’ obbiettivo.
Se ne fregano se Tizio si veste male, Caio fa il manager, Sempronio gioca a calcio. Per QUELL’OBBIETTIVO STANNO UNITI.
Non vorrei scioccare le piu pure tra voi, ma è bene che sappiate che se si è invitate ad un seminario condotto da un certo femminismo radicale è bene vestirsi adeguate. E se c’è qualcuna che nega che sia così, sono pronta ad un dibattito dove porterò nomi ed aneddoti 🙂
Ci rido, ma nemmeno tanto.
Di base questo è il sintomo di una insicurezza misto a invidia misto a inesperienza, a gestire il potere, misto a ricordi ancestrali di quando venivamo scelte dal maschio alfa e le altre erano tutte potenziali nemiche.
Spiace ma in molti Paesi esteri il problema è meno sentito e le donne sono piu rilassate ma più di tutto più capaci di migliorare la loro situazione fissando un OBBIETTIVO, delineando una STRATEGIA e comportandosi di conseguenza.
E così si cambierebbe il mondo.