Il Fatto Quotidiano ha pubblicato giorni fa un articolo dal titolo “acchiappa lettori”Sesso a 14 anni, le adolescenti raccontano: se non ti fai sverginare, sei una sfigata
L’articolo è duro da leggere, le frasi riportate sono pesanti, come ad esempio  “Il primo anno di liceo comincia la conta: entro 12 mesi bisogna ‘darla via’ altrimenti vieni emarginata”. E i maschi? “Non ci pressano perché non ce n’è bisogno”. Nessuna cura della contraccezione: “Il lunedì in classe c’è il panico: non ci si ricorda se il sabato, ubriache o fumate in discoteca, si è usato o meno il preservativo”.
Ne emerge un quadro apparentemente desolante, ragazzine che hanno un rapporto usa e getta con il sesso, dove non pare esserci spazio per il sentimento, ma nemmeno per un vero e sano godimento. Tutto, nell’articolo, è all’insegna del- pare- consumismo più bieco.
Le reazioni sono state molte, tanto che il giornale ha proposto oggi un’altra puntata del reportage.
Di parere diverso il blog SOFTREVOLUTION che scrive un duro articolo di risposta alla giornalista Borromeo”Beatrice Borromeo dovrebbe chiedere scusa a chiunque sia un’adolescente  nel 2014
L’autrice del post scrive che:”Beatrice Borromeo ha compiuto un gesto disgustoso, reso ancor più grave dal fatto ch’ella non è un uomo di mezza età, bensì una giovane donna.Beatrice Borromeo ha scritto un articolo sensazionalistico sulla sessualità di chi è ragazza adolescente nel 2014. L’ha fatto usando toni assimilabili al peggior tipo di slut shaming. Ha costruito il suo pezzo assemblando stralci d’intervista che suonano falsi come una dentiera di legno. Non ha citato delle fonti attendibili o degli studi sulle abitudini sessuali o le rappresentazioni che ragazzi e ragazze hanno del sesso e dell’affettività. Si è permessa di predisporre il terreno per quello che poi è stato lo scatenarsi di centinaia di commenti scritti da persone che hanno preso l’articolo per oro colato e l’hanno usato come supporto per dichiarare che le ragazze d’oggi sono tutte delle puttanelle.”
Anche le ragazze del collettivo unaltrogeneredicomunicazione non approvano l‘articolo del Fatto infatti  “Poco importa il fatto che le ragazze, come i ragazzi, non ricevano un’educazione sessuale e siano totalmente all’oscuro dei metodi contraccettivi. L’importante è sciorinare prediche, inneggiare, tra una testimonianza o meno senza filtri, all’importanza della verginità, soltanto per le ragazze ovviamente, senza rendersi conto di come le ragazze e le donne in Italia siano castrate sessualmente e che c’è ben poco da moraleggiare sul fatto che le donne facciano sesso per compiacere qualcuno –e non per piacere personale E poco importa che, per l’ennesima volta, l’intera colpevolizzazione sia stata addebitata interamente alle indemoniate donne. Si tira un sospiro malinconico e si pensa che non ci siano più le ragazze serie di una volta.”


Avevo 15 anni, fisicamente ne dimostravo 18. Mi sentivo ribelle e il mio abbigliamento lo evidenziava:  i ragazzi mi credevano una tipa sicura. Ricordo come fosse oggi lo sguardo di un adulto su di me che, shorts e zeppe, mi leccavo tranquilla un megagelato. Lui mi fissava serio, io ero a disagio e, nonostante l’apparenza,  timidissima.Con quello sguardo non sapevo cosa farci; pensavo che mi guardasse perchè il gelato mi aveva sporcato la maglietta. Pensavo  persino che volesse aggredirmi. Solo alcuni anni  dopo ho capito che il semplice gesto di leccare un gelato suscita fantasie sessuali a più non posso e che persino da come si mangia  un cornetto il mondo ci categorizza tra “facili” e “serie”.
Ma tra come si appare e come si è nella realtà, c’è un mondo intero.

Ero in una casa al  mare  qualche anno fa, porte aperte era estate, scrivevo al pc.
Entra una ragazzina figlia dei vicini, 12 anni. Mentre scrivo mi fa compagnia e comincia a parlarmi della scuola, degli amici, lei è simpaticissima e mi considera un’amica.
Poi all’imporovviso mi dice:ma tu Lorella ci vai sui siti porno?” E senza aspettare uan risposta mi chiede se voglio vedere e comincia a digitare tutta una serie di indirizzi di siti hard che “conosco perchè li vedo sempre con i miei amici” mi dice spavalda.
Sere dopo, passando a salutare sua madre, entro velocemente nella sua cameretta per salutarla pensando fosse sveglia: dormiva serena abbracciata ad  un gatto di pelouche rosa. Piena di grazia.

Circa 40 anni fa uscii un libro “Porci con le ali” che fece molto scalpore per come Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice, gli autori, raccontavano la sessualità liberatissima degli adolescenti che comprendeva, se non ricordo male, una scena di orgia in cui una ragazza si accoppiava, tra l’altro, al suo prof.

Vorrei dire: niente di nuovo sotto il sole.

Ciclicamente le ragazze vengono stigmatizzate per i loro comportamenti: non c’è nulla di più difficile oggi dell’ essere adolescente femmina.Nulla è più complicato e feroce.
Il mondo è apparentemente dalla loro  parte quando sono  giovani e carine: la pubblicità utilizza modelle loro coetanee, le soubrette in tv sono adorate e sono poco più grandi di loro, molti  uomini adulti quando le ragazze passano per strada sbavano mentre osservano le loro  piccole forme. La verità è però un’altra: ingabbiate da modelli unici rigidissimi imposti dai media, le ragazzine sono al centro di un interesse morboso da parte del mondo adulto: la moda, la pubblicità, la tv usa i loro corpi acerbi per vendere prodotti di qualsiasi tipo e per farlo, si rivolge a loro con linguaggio adulto, smagato, dando il via ad un feroce inganno, che si concretizza nel processo di  adultizzazione delle bambine. Bambine che vengono  trasformate  in   acquirenti ideali, rese fragili da campagne di marketing che le seducono attraverso la proposizioni di modelli femminili da copiare per essere volute, e in ultima analisi per esistere. Dando modo alle aziende e al sistema mediatico di raggiungere l’unico obbiettivo che mette tutti d’accordo oggi: l’ampliamento del mercato e dunque l’incremento delle vendite.

Sole. Le ragazzine sono sole. Perchè trasformate in abili seduttrici da un sistema economico che spaventosamente di loro abusa, non trovano comprensione tra le adulte,  spaventate da quelle lolite  di cui non hanno impedito la creazione e su cui ora scagliano i loro giudizi privi di comprensione.

L’articolo superficiale del Fatto racconta solo una parte del mondo delle ragazzine. E certo le ragazze di Softrevolution e unaltrogeneredicomunicazione hanno ragione ad essere arrabbiate.

Ma è giunto il momento di dire che c’è una ferocia spaventosa intorno alle ragazzine. Che durante gli episodi delle giovanissime che si prostituivano a Roma e in Liguria, si sono ascoltati giudizi privi di comprensione che ci si aspetterebbe da parte di  donne adulte  verso quelle che potrebbero essere loro figlie.
Molto ci siamo lasciate fare, noi donne, dal mercato: non sappiamo più distinguere i nostri desideri da quelli che ci vengono imposti e non sappiamo spesso nemmeno più riconoscere il desiderio dei nostri uomini, avendo introiettato un presunto sguardo maschile, che è quello poi non degli uomini, ma dei media.
Ora è tempo di trovare il coraggio e di stare dalla parte delle bambine. E’ ora di rispettare il patto generazionale.
Tempo di mandare affanculo chi delle bambine si approfitta, e tempo di sgomberare il mondo dai continui richiami del mercato. Che è poi il nostro compito: Creare il giusto contesto.
Raggiunto questo  punto direi di stare, noi adulte zitte. In silenzio.
Accettando di non sapere dove stanno cercando di andare, le ragazze
Anche fosse là dove noi troviamo sia sconveniente. Potrebbe anche non piacerci.
Facciamo loro spazio.