Berlino 17 Marzo 2014.La nostra corrspondente LIVIA FIORIO ci scrive da BERLINO. I TRENTENNI come GENERAZIONE PERDUTA?

Domani grande incontro Renzi-Merkel a Berlino. Noi italiane in Germania attendiamo con ansia cosa verrà fuori dal primo colloquio faccia a faccia tra la veterana Kanzlerin e il neo premier. Con Hollande, Renzi, ha deciso di rivoluzionare l´Europa.
Chissà se Angela si farà trascinare in quest´impresa.

Con alcuni giovani europee e europei dibattevo ieri – tra un bicchiere di vino e l´altro – i temi della giustizia sociale in Europa. In più lingue ci chiedavamo se, prima o poi, questo tanto atteso cambiamanto avverà anche per mano della politica istituzionale.

Dei destini apparentemente lontani ma vicinissimi segnano le vite di noi giovani europei della cossiddetta Y-Generation: una generazione di individualisti che, più per necessità che per scelta, ha fatto della flessibilità il proprio stile di vita.

Mi ricordo la balla assurda che, qualche anno fa, ci raccontavamo a vicenda: la grande libertà dell´essere freelance, la possibilità di poter gestire la propria vita, i tempi lavorativi, le vacanze, la residenza, le amicizie, la nazionalità e, perchè no, anche i rapporti sessuali, liberamente, in modo del tutto disimpegnato.
Una generazione in apparente tumulto. La generazione dei choosy, quelli sempre con la valigia fatta, l´i-Phone in tasca connesso su FaceBook, l´i-Pod ben ficcato nelle orecchie, la camera da letto hipster, arredata con pochi mobili ma alternativi, (magari vintage), in realtà gli stessi di tanti altri che, come noi, sono cresciti tra un volo low-cost easyjet e l´altro ryanair.

Una generazione che, trasversalmente e a livello globale, dice “no” a tutto ciò che è fisso, come se le stelle -il Cosmo- non c´entrassero nulla con l´ordine della Terra. La generazione “Y” in inglese “Why” che significa anche “perchè?”: quella che, dimetica delle stelle, si chiede che fine farà domani, alla rierca di qualcosa di diverso altrove, che alla fine se cambia è solo perchè ha un nome differente, detto in un´altra lingua.

Ecco: questa è quella generazione che i cossiddetti Politici non solo han in gran parte dimenticato, di più, non sanno manco che esista, perché noi, i più vecchi degli Y, per loro non siamo nè carne nè pesce. Rincoglioniti fin dalla nascita dal Berlusconismo, non siamo abbastanza malleabili o idealisti per essere il vero futuro del Paese: gli anni 70 non sappiamo neanche che cosa siano. Di più: siamo troppo vecchi perchè sia “conveniente” investire ANCORA su di noi. Eh sì.

“I Giovani:” dice Renzi “quelli tra i 18 e i 29 anni”. E dopo di loro? Dopo di loro ci sono subito i 40enni, la X-Generation, quelli che non sapevano chi cazzo erano, che non si sono mai chiesti “Why?” ma che, alla fin fine, ad occhi chiusi, han tovato la propria strada nelle retrovie tracciate loro dai padri e le madri del Baby Boom. Beati loro. Beati loro? Mah.

Ma che ne è di noi, noi tra i 29 e i 40, noi che dobbiamo cercare stelle fisse in un mondo flessibile, noi apparentemente free (liberi) ma solo launched, lanciati a razzo nel vuoto cosmico di valori che, a suon di liberalismo ed edonismo, nel secolo precedente e in quello corrente voi avete in gran parte relativizzato? Sì voi, parlo proprio di voi. Voi che avete creduto nella crescita economica, nel valore positivo di un mercato globale, di cui avete seguito con pedissequa riverenza le leggi, consumando e producendo, producendo e consumando.
Che facciamo noi, i vecchiotti della Y-Generation, a parte rimboccarci le maniche e vivere la vita nell´oggi, consci che di questa bella torta chiamata “benessere europeo occidentale” non ci rimarranno nemmeno le briciole? Noi che non abbiamo contratto di lavoro dipendente, paghiamo le tasse per protesta e coscienza rivoluzionaria generazionale e, nonostante le 50 ore di lavoro settimanale, non avremo mai gli spiccioli manco in vecchiaia per comprarci all´asta un´auto blù?

Chi lo sa, magari prima o poi un paio di politici (pagati meno) arriveranno a fare un pacchetto flessibile e free anche per noi. Noi che, in fondo in fondo, ci speriamo… perchè, diciamolo, il Berlusconismo, Steve Jobs e Zuckerberg ci hanno rincoglioito abbastanza da farci credere anche che a noi della Y-Generation non serve fare politica, non serve neanche andare a votare, che tanto la nostra vita è bella così, cosa vogliamo di più? Abbiamo amici virtuali e il globo ci appartiene!

Scusate, amici e amiche della Y-Generation, perdonate la nota cinica marzolina. Ma in fondo non è vero che in questo essere “free”, noi non ci riteniamo responsabili della cosa di tutti, della politica?

Sì perchè, insomma, se i Baby Boomres ci hanno tolto i valori, la X-Generation i lavori, anche quelli precari, beh, in fondo a noi Millennials va bene così, tanto ci sono Twitter e Pinterest per fare community!

Intanto eccovi un articolo di una giornalista italiana a Berlino che tratta di un recente comunicato stampa del DIW (Deutsches Institut für Wirtschaft, Istituto Tedesco per l´Economia): http://www.pagina99.it/news/home/4191/Altro-che-economia-sociale–la.html . Caro Matteo, cara Angela, rimboccatevi le maniche e fatelo anche con noi, che qui mi sa che un po` tutti siamo dell´opinione che di sfide ce ne saranno tante nel secolo che avanza!