“Leggete ai bambini, mi raccomando!” ci siamo sentite dire durante la gravidanza ” il figlio/a di un lettore sarà anch’egli lettore o lettrice”; e poi ” chi cresce vedendo libri in casa, svilupperò l’amore per i libri” “leggete anche quando li avete in pancia”
Ebbene dopo anni nelle scuole posso dire di avere conosciuto decine di ragazze di famiglie colte che non leggono nemmeno un depliant e altre, stessa provenienza sociale, che leggono tantissimo.
Poi ho conosciuto famiglie extracomunitarie che non parlano ancora oggi italiano, i cui figli leggono Dante e sono bravi a scuola e altri che non leggono nemmeno un depliant.

“Il bambino è agitato. Sarà che è figlio di separati” “La ragazza dei PArioli…si sa..era figlia di separati”. Lo sentiamo ogni giorno ovunque. Nel questionario di una nota associazione che invia i ragazzi all’estero, dopo nome e cognome viene chiesto : “i tuoi genitori sono separati?” Immagino cosa accadrebbe se una domanda così venisse posta ad un bimbo svedese: l’associazione si troverebbe costretta a chiudere.
Ieri mi chiama un amico, un uomo maturo. Lo conosco da anni, è in carenza di affetto da una vita: fa tenerezza è ormai un signore un po stempiato e ancora mi racconta di come sia stato un ragazzino sofferente. Famiglia solidissima borghese di una volta, genitori sempre vissuti sotto lo stesso tetto. Peccato che non si sopportassero: lui ricorda che a tavola quando la madre voleva il salino, che era di fronte al piatto del padre, chiedeva al figlio di porgerglielo per non rivolgersi al marito tanto non lo sopportava. E il figlio, che era seduto dall’altra parte del tavolo e del salino, si alzava, prendeva il salino e lo portava alla mamma. Un inferno. Lo sanno bene molti, non tutti, ma molti della mia generazione: all’epoca niente divorzi, ma convivenze forzate che distruggevano coniugi e figli.
Allora ho sviluppato una mia idea: la famiglia colta alle spalle serve MA… non sempre. Talvolta i privilegi bloccano le inziative dei figli. Talvolta una madre o padre troppo colto, troppo bravo può inibire. Talvolta i figli borghesi sono pigri e non hanno motivazioni. E poi c’è la natura di ognuno di noi, che incide molto.
Londra è piena di figli di immigrati, quelli di seconda generazione, che sono imprenditori di successo: non hanno avuto libri ma molta voglia di farcela, di redimersi dalla povertà.

Credo che i figli dei separati, quando i genitori sono persone responsabili e non si sbranano, non soffrirebbero per nulla se non fosse la società a farli sentire ” diversi”.
Sono le frasi degli adulti che uccidono i ragazzi:”Poverino, è Natale e non stai con il babbo? sei figlio di separati?”
Se fosse invece “normale” avere due case, due luoghi dove tornare, se nessuno li guardasse con aria piagnucolosa, ecco ragazze e ragazzi starebbero bene, ancor più se i genitori fossero persone responsabili, ripeto, che non si sbranano. Ma si sbranano anche i figli dei regolarmente coinugati.
In Svezia hanno intordotto il pronome HEN che non è né femminile né maschile. Per non far sentire nessuno/a a disagio.
Questa è, a mio avviso, una bella dimostrazione di civiltà.