Questa lettera di Livia è  l’inizio di qualcosa.
Mi arriva la mail di Livia da Berlino e contemporaneamente mi arrivano mail di ragazze, giovani donne e ragazzi che mi raccontano che stanno intraprendendo. C’è fermento. Sto riflettendo. Mi interessa. Ci occuperemo di questo prossimamente.

12.05.2013: Con oggi anche la rassegna ALICE ALLO SPECCHIO è terminata: un mese di dibattiti, discussioni, presentazioni e, per me, grandi scambi. Devo ancora rielaborare imput, impressioni, voci. Sono state delle settimane intense, almeno per la parte del programma che mi ha riguardata. Ringrazio di cuore Lorella Zanardo, Slavina, Loredana Lipperini e Alina Marazzi che si sono alternate durante le ultime due settimane, passandosi la palla di mano in mano con entusiasmo, estrema curiosità e attenzione rispetto a questo nuovo contesto che andavano ad esplorare grazie anche alla guida di noi organizzatrici.

Ognuna di loro ha lasciato a me (e a chi, con me, ha seguito questo percorso) molto materiale e molto spazio per riflettere e continuare ad agire in modo consapevole, con caparbietà e fiducia rispetto al fatto che NON È TUTTO INUTILE ciò che, giornalmente, nel proprio minuscolo microcosmo, si sta facendo per migliorare questo mondo. Farò tesoro delle conversazioni fatte con loro in pubblico o in in momenti d´intimità e di svago e spero che questo facciano anche i partecipanti e le partecipanti agli incontri di ALICE ALLO SPECCHIO. In molti e in molte ci hanno ringraziate, perchè sí, sembra superficiale organizzare una rassegna “culturale”, ma da dove cominciare altimenti? Come aprire un dibattito proficuo che getti ponti e germogli se non presentando opere e azioni di chi non semprè stata, in Italia, con le mani in mano ma ha cominciato a fare?

Non vorrei che interpretaste queste mie ultime due lettere come autoreferenziali  o autocelebrative, non lo sono affatto. Solo credo che sia bello, in questo mare di speranze che affondano e certezze che prendono il largo, ogni tanto, guardare all´orizzonte e avvistare una lingua di terra. E allora penso sí, sempre più, che questa Europa con la “E” maiuscola forse tocca a noi scuoterla e smuoverla per darle un senso culturale e sociale, anche solidale. Noi che abbiamo gambe per camminare e andare lontano, a volte ali per volare e coraggio nel credere nel nostro futuro. In qualche modo sembravano dirmelo anche gli occhi dei ragazzini e delle ragazzine che due settimane fa qui a Berlino, in un liceo italo-tedesco, guardavano attenti Lorella mentre raccontava loro come leggere e interpretare le immagini con cui ogni giorno la TV italiana nutre chi, dell´Italia, dovrebbe essere il futuro.

Durante questi interventi, questi incontri, questi dibattiti pensavo, tra una corsa e l´altra, a varie cose, molto frammentate:

1)      Dovremmo  smetterla di considerare certe tematiche italiane SOLO esclusivamente italiane, ci sono temi che interessano trasversalmente tantissime giovani donne e giovani uomini. Condividere e relativizzare é importante.

2)      Costruire ponti, di qualsiasi genere essi siano: questo dovremmo fare in futuro.

3)      È bello ricevere e dare, circolarmente, i propri saperi e punti di vista in uno scambio proficuo tra generazioni.

4)      Le età, il sesso, il genere, la nazionalità…tutto ciò non conta più se si condividono sensibilità e spirito critico.

5)      Competenza ed età anagrafica non si equivalgono. Qui è pieno di emigrate della nuova generazione che hanno energie, tenacia, caparbietà e creatività a iosa…si faranno spazio cercando di competere con i loro colleghi e le loro colleghe tedesche. Non riconoscere queste abilità ma soffocarle e arginarle è l´errore di un´intera generazione di italiani (in Italia come all´estero) che teme di perdere potere e faccia.

6)      Credo che sia importante cominciare a raccontare le storie di chi, in Italia e nel mondo, continua ad essere invisibile e, ciononostante, continua a FARE…delle gran belle cose. Per questo ringrazio Daniel Tarozzi e spero presto di poter leggere il suo libro e vedere il suo documentario. Credo molto nel lavoro di chi, come lui, non solo cerca di cambiare gli stereotipi delle rappresentazioni dei media a livello di contenuti ma anche di linguaggio. È una ricerca lunga e una strada impervia che vale la pena di continuare a percorrere.
Anche noi di 4920km andiamo avanti, in giugno daremo dei workshop (quasi) gratuiti a donne interessate ad autorappresentarsi attraverso il medium dell´ audiovisivo. Tema: “Violenza”. Sarà anche per noi una possibilità di crescita enorme.

Grazie Silvia, Alina, Lorella, Loredana per i vostri sforzi e grazie a tutte e tutti voi che lavorate altrettanto bene in questa direzione: vorrei conoscervi e abbracciarvi tutt*! Grazie anche alle mie compagne di viaggio, alle vecchie e alle nuove che ho conosciuto, attente, solidali, generose, non avrei mai creduto di incontrare così tante persone pronte a sostenerci e darci una mano e a credere nelle nostre proposte!

Buona settimana! Livia p.s. La foto l´abbiamo scattata io e la mia zia un mese fa, quando é venuta a trovarmi, la luna era piena e facevamo il giro della città sull´M200