Il dibattito è partito da una dichiarazione della Ministra Fornero sull’essere troppo choosy, esigenti, dei giovani italiani.
GIULIA ROSONI ha risposto con una lettere dolorosa  Non Sono Choosy voglio solo vivere.

GIULIA CAMIN successivamente da Parigi ha affermato il suo diritto ad essere esigente: Sono choosy e me ne vanto.

Oggi ospitiamo LIVIA FIORIO da Berlino, una giovane italiana che si è trasferita in Germania da qualche anno. Livia  rilancia e propone che il tema non sia solo essere più o meno esigenti, bensì IL FARE POLITICA IN MODO NUOVO, una reale Rivoluzione insomma. Leggiamo.

Cara Giulia Camin per quanto io la pensi come te sul ruolo della Ministra e sul fatto che le sue proposte dovrebbero essere ben altre, purtroppo rimango dell´idea che la sua affermazione sia -oggi come oggi- PER ME qualcosa di drammaticamente vero. Come detto, tu sei choosy e te ne vanti, io vorrei essere choosy ma non posso.
E in tutto questo non ho mai affrontato colloqui strappandomi capelli e dondolandomi su di una sedia, anzi, ho offerto quello che avevo da offrire e, ti diró di piú, credo pure di essere stata molto fortunata. Purtroppo i posti di lavoro sono limitati e le persone qualificate molte, troppe. E allora che si fa? Ripeto: per me si tratta di un´urgenza strutturale. Il discorso é lungo e parte da molto lontano. Anche dire “sono esigente e vado in un posto in cui c´é –attualmente- piú lavoro, non é una scelta molto esigente”: non trovi che il lavoro dovrebbe essere un diritto per tutti e ovunque? A me non interessa dove lavora la figlia di Fornero né tantomeno parlare per una settimana di una sparata della Ministra. Per me é energia persa. Che non saranno loro a salvarci lo sappiamo già. Che la Politica è in balia della Finanza é chiaro. Io sono seriamente preoccupata per il nostro futuro e, come detto, non credo che un´inversione di tendenza sia possibile senza una Rivoluzione. Io non sto parlando di estero, sto parlando di Europa. Con l´Euro ci hanno fottuto e questa crisi finanziaria sta toccando tutti i Paesi dell´Unione, anche quelli che investono di piú su cultura e istruzione, allargando la forbice tra ricchi e poveri e rendendoci sempre piú affamati e incapaci di garantirci dei servizi minimi: istruzione, sanitá, pensione, lavoro. Non sto parlando di deprimersi e dire “sí le cose stanno cosí, abbasso la testa e lecco il pavimento”. Sto parlando di complessità e per me é ingenuo credere che si tratti di un problema italiano e continuare a fare i giochetti loro, delle lotte tra generazioni, tra politici e plebe. E qui sono radical-chic, lo so. Per me é ingenuo credere che una situazione del genere venga risolta dalla politica istituzionale in una congiuntura in cui stanno chiudendo tutti i rubinetti perché é troppo tardi per andare in deficit e darci altro: lavoro, servizi, pensioni. Bisogna fare informazione su questo e farlo pragmaticamente. Hai ragione, il problema non é che siamo choosy ma che non c´é lavoro per tutt* e non solo apparentemente. Ti ringrazio per la fiducia e la grinta . La mia domanda sul che fare era una domanada seria, perché tu Giulia, hai avuto le tue strategie, io le mie, altri le loro. C´é chi é choosy, chi no, chi per scelta, che vorrebbe. Sul choosy ci dividiamo, capito. Ma il futuro é nostro e allora si tratta, secondo me, di unirsi e fare politica. Farla davvero. Pensiamole noi le soluzioni effettive. O non abbiamo il tempo perché troppo precar* e strategh* ?:-)
Un caro saluto, Livia