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In esposizione alla Triennale di Milano l’ ITALIA in CROCE  di Gaetano Pesce. L’arte mi appare come l’unica forma di espressione  che possa avere senso, oggi. L’Italia è in croce. Sta a noi decidere cosa si fa, quando si sta di fronte ad una croce. Continuo a credere che ognuno di noi possieda gli strumenti per cambiare il mondo: bisogna volerlo e, a quanto pare, noi non lo vogliamo, almeno non abbastanza.

La croce è lì e ci riguarda. Penso a come ci abbia sempre stupito che durante le grandi tragedie che hanno stravolto noi umani, penso ai campi di concentramento, tutt’intorno la vita continuasse per molti apparentemente serena: molti dissero che “non si erano accorti di nulla”.

E dunque oggi ho preso un aperitivo con un’amica norvegese, a Milano c’era bel tempo, i negozi del centro esponevano bellissimi abiti, la gente passeggiava. Pareva che tutto andasse bene. Volendo, si può ancora credere che tutto vada bene.

Questa moltitudine che non vede, che non vuole vedere e che non vuole che si  mostri loro che bene invece non va, è il prodotto più funesto della nostra società.

Ancora di più mi convinco che bisogna parlare con i ragazzi e con le ragazze, attivare le loro coscienze prima che diventino come questa moltitudine colpevolmente silenziosa   che ci cammina di fianco.