Questa è la traduzione fatta da Larisa Isolde Boom, che ringraziamo di cuore!

Lorella controcorrente: “Frantumo la resistenza”

Le donne della televisione italiana vengono stimate soltanto per il loro valore come sex simbol, secondo Lorella Zanardo. Gli Italiani guardano la tivù rassegnati o si girano d’ altra parte. Per rompere questa apatia la Zanardo ha fatto un film, sviluppato un corso di formazione per le scuole e organizzato dibattiti. Tutto senza un euro. “C’è lavoro per decenni”.

Il documentario Il corpo delle donne di Lorella Zanardo mette il pubblico di fronte ad una realta’ molto imbarazzante. Il film è un susseguirsi di immagini quotidiane tratte dalla tivù’ italiana che disonorano le donne. Il pubblico della sala dove questa sera il film viene progettato viene inorridito dal documentario. In rete, dove tre millioni di persone hanno guardato il j’ accuse finora , questa emozione si sente da un anno e mezzo. Nel blog ilcorpodelledonne.it si possono leggere delle discussioni accese. Tantissime persone invitano la Zanardo a venire anche nelle scuole dei loro figli o nel loro centro civico per parlare della degenerazione della televisione pubblica e commerciale italiana.

Sullo schermo appare un prosciutto appeso al gancio per la carne. Accanto una ragazza nella stessa posizione. Un macellaio timbra il suo sedere con un marchio di garanzia. Un altra biondina scarsamente vestita è seduta sotto un tavolo in una gabbia di plexiglas assumendo la funzione di gamba del tavolo. Il presentatore nega che la ragazza venga umiliata:”Ha pure i buchi per respirare”. Ogni volta che nel documentario appare una donna over quaranta mostra un viso inespressivo perchè la sua faccia è stata sottoposta ad un facelift con labbre gigantesche, come la guarnizione di un albanella.

“Perchè?” Domanda la voce di Lorella Zanardo nel film. “Che cosa nascondono queste facce? Perchè le donno non possono più apparire con il loro vero volto? Perchè questa umiliazione?”

Nella prossima immagine si vede una presentatrice spingere con insistenza dentro una cabinadoccia una giovane donna che indossa una maglietta bianca aderente. L’acqua scorre e la telecamera si focalizza sul seno enorme con i capezzoli turgidi. Il pubblico nello studio televisivo si esalta.

Il pubblico del centro civico dove il film viene proiettato rimane in silenzio. Il luccichio dei titoli di coda fa vedere la tristezza e lo sgomento sulle facce dei 200 spettatori. E’ evidente che si trovano in difficoltà. Questo è ciò che essi ed i loro figli guardano giorno dopo giorno nella televisione italiana. Le domande finali che la Zanardo nel video si pone rimbombano nelle loro orecchie. “E’ in gioco la sopravvivenza della nostra identità. Perchè non reagiamo? Perchè non ci presentiamo nella nostra verità? Perchè accetiamo questa umiliazione continua? Perchè non ci occupiamo dei nostri diritti? Di che cosa abbiamo paura?”

Nuovi occhi

Durante la discussione si nota che anche gli spettatori si domandano come si possa essere arrivati fino a qui. Si sentono impotenti. Una signora suggerisce che la soluzione sarebbe spegnere la televisione. “No”, dice la Zanardo. Così non cambierà mai nulla. Dobbiamo spiegare ai nostri figli cosa guardano e perchè viene fatto in quel modo e che esistono altri modi di essere donna”. Con tale scopo la Zanardo ha realizzato un corso di formazione per le scuole. Questo progetto Nuovi occhi per la TV insegna agli allievi una visione consapevole della televisione facendoli capire quali messaggi nascosti si trovano nelle immagini. Durante il corso la Zanardo ferma le immagini e mostra passo per passo qual è il messaggio. Questo messaggio non si noterebbe nel normale scorrere delle immagini. In questo modo cerca di rendere i giovani consapevoli armandoli contro l’ indottrinamento di quel cattivo maestro, la televisione.

Da un anno e mezzo la Zanardo ha toccato con Il corpo delle donne e con Nuovi occhi per la TV un nervo scoperto dell’Italia moderna. Anche questa sera il centro civico è pieno. Stamattina la scuola elementare locale era gremita, ieri era in un paesino toscano e domani andrà nella periferia di Milano. Il suo blog è pieno di inviti. Il successo del documentario ha cambiato radicalmente la sua vita. Ha dovuto rinunciare alla sua carriera internazionale. E’stata marketingmanager Europa per Unilever a Milano e Parigi dopodichè ha lavorato per la UE nell’ Est Europa, come diversity manager negli Stati Uniti e fino a poco tempo fa come consulente in Italia.

“Non penso più, ma agisco”, dice la bella signora di cinquant’ anni che non nasconde le sue rughe. Tra l’ incontro della mattina a scuola e la sessione serale racconta:”Vado là dove mi chiedono di andare”. Ha già effetuato 200 corsi, la maggior parte per scuole e grossi gruppi di adulti. E’ da più di un anno che vive dei suoi risparmi e lavora più che mai. Risponde a 300 mail al giorno ed è esausta: “Ma non sono mai stata così felice”.

L’idea della videoaccusa è nata in modo molto semplice. “Ho vissuto per anni all’ estero. Ogni volta che tornavo in Italia vedevo in tivù tutte quelle immagini volgari. Qui in televisione non esiste la liberazione della donna di cui si parlava tanto negli anni sessanta, settanta e ottanta. Per molti anni spegnevo infastidita dopo solo un minuto di visione. Un giorno invece l’ ho riaccesa. Qualcosa mi impediva di voltarmi. No, pensavo, se tutti agiscono così non cambierà mai nulla. Forse ero arrivata ad un punto nella mia vita in cui guardavo le cose con occhi diversi. Ho potuto dare molto ma sentivo la necessità di fare qualcosa di concreto per la società. Rendermi utile, costruire per altri, non lo avevo mai fatto. Due anni fa pensavo: mi faccio arrabbiare. E mi arrabbiavo e come! Ho chiamato gli amici dicendo: Scusate, ma sto guardando la tivù e vedo una ragazza che si è infilata sotto un tavolo assumendo la funzione di gamba del tavolo. Chiunque chiamavo, persino la mamma ed il papa, mi rispondevono: “ma si, la tivù è così”. Come se la televisione fosse un quadro immutabile. Pensavo: okè, ma in altri paesi non è così”.

Lorella Zanardo ha incontrato due amici con le stesse idee, Cesare Cantù e Marco Malfi. “Loro due sembravano sensibili all’argomento, malgrado il maschilismo vigente degli uomini italiani”. La Zanardo ha convinto i due cineasti a fare qualcosa. Ha detto:” Abbiamo internet, facciamo qualcosa di breve, che possa arrivare ai giovani: una protesta civile che susciti delle domande”.

Durante le vacanze di Natale di due anni fa si sono chiusi nella casa di Cantù con tre computer e tre apparecchi per la registrazione. Ogni giorno registravano dodici ore di televisione, per tre settimane. “Era scioccante vedere ore ed ore di queste immagini”, dice la Zanardo. “Dopo alcuni giorni mi assaliva più che rabbia una immensa tristezza. Ho pianto due volte, una cosa che non mi capita quasi mai. Mi realizzavo che ci aspettava una missione ciclopica. Non mi aspettava una umiliazione così enorme. Quando abbiamo visto quella donna appesa al gancio per la carne abbiamo persino pensato di smettere. Il fatto che l’ ottanta percento degli italiani ha come unica fonte d’ informazione la tivù mi deprimeva molto”.

Quando raccontava alle sue amiche del progetto succedeva qualcosa di strano. Mi chiedevano: “ Ma Lorella, non hai paura?”Anche sua madre diceva:”Lorella, stai attenta, hai dei figli”. La Zanardo era sorpresa. “Paura? Perchè? Ma quando la domanda mi veniva posta per la nona volta mi sono impaurita davvero.” Ha chiesto ai suoi amici perchè doveva avere paura. “Stai criticando la televisione”, rispondevano. “ Ti rendi conto chi è il padrone della tivù in Italia”?

Si pensa: ”la tivù non si critica, perchè è Sua, di Berlusconi.

“Allora dovevo mostrare coraggio”, dice la Zanardo. Devo dire che non ci avevo pensato, forse perchè sono stata molto all’ estero. Mi assaliva la paura di toccare un potere più grande della televisione, un potere politico. Apparentemente quella paura si è infiltrata in molti di noi. Si pensa: la tivù non si critica, perchè appartiene a Lui, a Berlusconi. “Ma non esiste mica una legge che ci impedisce di criticare la televisione. Siamo noi ad averci imposto questo attegiamento apatico ed attendista, lo stesso attegiamento difusso dalla politica. Il mio lavoro viene seguito da tantissime persone adesso. Alcune mi aiutano come volontari. C’era una urgenza, ora è evidente. E così esistono tantissime altre questioni che vanno affrontate in Italia, ci sarebbe da lavorare per decenni.

Ora abbiamo il problema dei soldi. La nostra protesta è stata creata apposta senza soldi. Il documentario è stato creato senza budget, il blog non ci è costato nulla. Ai giovani nelle scuole racconto: “Cambiare il mondo, si può? Si! E si può farlo senza soldi. Noi ne siamo la prova”. Certo, bisogna essere disposti a farsi in quattro. Questo video non è costato nulla ma ha raggiunto tre millioni di spettatori”.

Questo paese ha paura delle innovazioni”

La Zanardo si rende conto che a lungo termine il progetto non può andare avanti senza soldi e quindi da due mesi sta cercando dei finanziatori. “Non è facile ma non voglio accettare fondi da imprese che non sono in linea con il nostro messaggio. Quasi tutte usano il corpo delle donne per fare pubblicità. Devo trovare delle compagnie etiche combacianti con il nostro progetto. Non è facile, nemmeno per me come donna con anni di esperienza nel management. Una impresa o un partito si potrebbe distinguere enormemente con questo progetto che investe nei giovani, nella istruzione e nelle scuole. Ma nessuno ha il coraggio!. Questo paese che è stato la culla del Rinascimento e dell’Umanesimo ha paura delle innovazioni e pensare che solo trent’ anni fa eravamo bravissimi nelle innovazioni e al avanguardia nel design”.

Malgrado queste tristi considerazioni, è determinata a continuare.”Certo, sono una che spacca le pietre. Non faccio parte della maggioranza degli Italiani che è esausta e depressa. Ho una convinzione forte, non conosco dubbi. C’ è una devastazione culturale gigantesca. Dopo vent’ anni di dittatura televisiva ci vuole molto tempo per il recupero. A volte andando in visita nei quartieri incontro persone devastate dalla tivù”. Il futuro sembra nelle mani di individui indipendenti come la Zanardo ora che la fiducia nella Chiesa e nelle ideologie è erosa. Come la pensa Lei? “Mi rendo conto che il suolo per questo tipo di iniziative diventa sempre più fertile. Si stanno liberando sempre più energie di persone che vogliono cambiare e che incominciano da se stessi”.

“Credo di essere persino più ambiziosa dell’anti-ideologo Berlusconi. Il suo potere non è niente in confronto a ciò che ha reso grande l’Italia. Nelle scuole racconto sempre del Conte Visconti di Milano. Nel 1500 consultò un architetto e gli disse: “voglio costruire un duomo”. L’architetto gli mostrò un disegno dicendo che quello era il duomo e che sarebbe stato molto bello. Quanto ci vorrà per costruirlo? gli chiese Visconti. Cinquecento anni, rispose l’architetto. Benissimo, disse Visconti. Firmò il disegno e l’architetto incominciò.Visconti morì avendo visto soltanto le fondamenta e dun pilastro della chiesa”.

“Nei nostri tempi manca la capacità di programmare per le prossime generazioni.Conta soltanto il profitto veloce. Credo che dovremo di nuovo incominciare a progettare per il lungo termine. Non ci dobbiamo più aspettare di cogliere tutti i frutti del nostro lavoro. Bisogna essere un pò più generosi. Non sono sicura di vedere dei risultati ma credo che qualcosa vedrò”.