Avaro1(foto-Claire-Pasquier)Prendo il metro per andare a teatro, con me i miei figli, intorno  parecchia gente, milanesi e non. D’un tratto musica da un altoparlante vicino a me… riconosco Il Triangolo di Renato Zero. C’ è un tipo con berretto e occhiali che a 2 metri da me canta. E’ bravo, sciolto, balla. Un intrattenitore.
Rido, mi mette allegria. Lui  continua a cantare e invita: “tutti insieme!”
“…Ma il triangolo io lo rifarei… lo rifareiiiii… lui chi è? Lui chièè!” non me lo lascio dire due volte e improvviso un duetto con questo tipo pazzo come un cavallo e simpaticissimo.  Intorno a me… mummie. Una signora mi guarda serissima, due ragazzi hanno gli occhi bassi, persino i miei figli mi chiedono perché canto. Tutti imbarazzatissimi, tutti rigidamente nella loro confort zone, quella zona che ci costruiamo intorno e entro la quale non rischiamo nulla.
Il tipo scende, peccato, ho ancora voglia di ballare, capisco che è da un po’ che rinuncio al corpo e non va bene.

Entro all’Elfo Puccini a Milano e mi immergo ne L’Avaro allestito dal Teatro delle Albe di Marco Martinelli e quella gran donna di Ermanna Montanari: li seguo da sempre ma da quando mi hanno invitata a Ravenna a presentare il documentario, siamo amici.
Ermanna lavora sulla voce da anni e l’emozione  che se ne ricava è fortissima e coinvolgente: un lavoro sul corpo di anni le permette di coinvolgerci in un’esperienza imperdibile.
Esco dal teatro dopo averli abbracciati, dopo averli applauditi mentre Marco dal palco saluta il pubblico sorridendo e augurando”resistere, resistere, resistere!”
Sono ancora più felice, più energica, più forte. Penso allo spettacolo visto alcuni giorni fa dove Lucrezia Lante della Rovere interpreta con coraggio le tante donne ritratte in Malamore di Concita De Gregorio. Noi la seguiamo con partecipazione: è importante parlare del nosto disagio al di là del monopolio del modello unico televisivo.
Chiama Giampiero Iudica al telefono, vuole che torni a Parma al Teatro Due a vederlo: Giampiero è un amico da sempre ed è in scena con un monologo straziante e imperdibile che ho visto l’anno scorso: Nema Problema.
Tornerò perché ho amato la fatica e il dolore che emanava dal suo corpo durante lo spettacolo.

Leggo di Castellucci della Societas Raffaello Sanzio che in Belgio ha fatto furore con il suo spettacolo. A giorni torna la compagnia della Bausch a Milano dopo anni e non me la perderei per niente al mondo.
Michela Cortelazzi la mia amica di Extramondo lavora sul corpo degli attori da anni e le sue messe in scena di Testori  sono indimenticabili
Più tardi a casa ricevo la mail delle ragazze della Statale che mi invitano ad un Flash Book al femminile: vado di sicuro!

Il Teatro, la mia passione. Altri corpi possibili, altri corpi alternativi al corpo unico televisivo.
Il Teatro italiano è tutt’altro che morto. Messo in ginocchio, stremato e straziato da tagli ai già miserrimi finanziamenti…resiste ed esiste. Gente fantastica, artisti veri, corpi superbamente vivi.
Io sono vivissima  stasera grazie all’energia formidabile degli incontri di oggi.
Se mi inviteranno ad una manifestazione prossimamente,  proporrò di andare con gli artisti e chiederò siano loro a mostrare come altri corpi siano possibili, come il modello unico televisivo sia mortifero al confronto con i loro esplosivi, veri, coinvolgenti strazianti , verissimi corpi.