Questa mattina mio figlio, che sta scoprendo la musica degli Anni ’70, fa partire a manetta questa canzone di De Gregori:

A capo

W l’Italia

A capo

A capo

A capo

W l’Italia è di trent’anni fa.

C’è un’Italia derubata nel testo del ’79, un’Italia del 12 dicembre.

E anche un’ Italia assassinata dai giornali e un Italia presa a tradimento.

E pure un’Italia dimenticata e un‘Italia che avremmo voglia di dimenticare e un’Italia che si dispera.

A capo

A capo

“Viva l’Italia, l’Italia liberata,
l’Italia del valzer, l’Italia del caffè.
L’Italia derubata e colpita al cuore,
viva l’Italia, l’Italia che non muore.
Viva l’Italia, presa a tradimento,
l’Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l’Italia, l’Italia che non ha paura.
Viva l’Italia, l’Italia che è in mezzo al mare,
l’Italia dimenticata e l’Italia da dimenticare,
l’Italia metà giardino e metà galera,
viva l’Italia, l’Italia tutta intera.
Viva l’Italia, l’Italia che lavora,
l’Italia che si dispera, l’Italia che si innamora,
l’Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l’Italia, l’Italia sulla luna.
Viva l’Italia, l’Italia del 12 dicembre,
l’Italia con le bandiere, l’Italia nuda come sempre,
l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l’Italia, l’Italia che resiste.”

A capo

A capo

Vorrei chiamare De Gregori, subito. Dirgli che la canzone è ancora attuale, attualissima, che potrebbe averla scritta oggi…

Però.

Nella canzone c’è anche un’ Italia che non ha paura, un’Italia che è ancora tutta intera. Un’Italia che lavora e che, incredibilmente, si innamora.

C’è una Italia con le bandiere e un ‘Italia che tiene gli occhi aperti pur nella notte triste.

Un’Italia che resiste.

A capo

No, non chiamo Francesco. La canzone non pare scritta oggi.

La paura oggi è palpabile e diffusa e investe pesantemente l’informazione.

L’Italia di lavoro ne ha sempre meno ed è sempre meno intera.

A capo

Apriamo gli occhi. Con gli occhi chiusi difficile riuscire ad innamorarsi, foss’anche di un’idea.