Nella trasmissione L’Infedele del 4 maggio, Gad Lerner mandava in onda alcuni minuti del nostro video IL CORPO DELLE DONNE. Alla visione di alcuni volti televisivi visibilmente modificati dalla chirurgia estetica, Margherita Hack interveniva sostenendo che quelle donne erano più brutte che se avessero mostrato la loro vera età. Questa è anche l’opinione di molte di voi che scrivono al nostro blog: la chirurgia estetica che interviene in modo massiccio sul volto rende, secondo l’opinione qui espressa, più brutte.

Credo che sia in fondo un fatto poco rilevante definire se gli interventi chirurgici rendano più o meno belle le persone, uomini e donne.

La carrellata dei volti proposti nel nostro documentario, molti rifatti, altri al naturale, volevano portare all’attenzione e ad una successiva riflessione l’importanza del ruolo svolto dal volto umano nelle relazioni sociali, la comunicazione espressa dai volti in tv e soprattutto la ricaduta sociale della scomparsa dei volti.

Quali effetti scaturiranno dalla rimozione delle nostre facce?

Faccia ha la stessa radice del verbo fare, quindi in un certo senso noi facciamo la nostra faccia. La mia faccia è fatta dalla mia vita, dalle esperienze che ho avuto, dai dolori che ho provato, dalle gioie che ho condiviso. Lo spiega bene James Hillman nel suo “La Forza del Carattere”.

Ho il diritto di privare il mondo della mia faccia? Posso incontrare l’Altro nascondendomi dietro la mia “non faccia”?

Sono domande su cui urge riflettere, prima che la chirurgia estetica spazzi via i nostri volti.

La domanda è profonda e investe le relazioni sociali che formano il tessuto di una società.

Penso ai volti dei vecchi della mia vita, a mia nonna che è vissuta con noi bambine per molti anni. Cerco di ricordare il suo volto e mi pare di poter dire che la sua faccia di vecchia mi ha dato quella stabilità che a volte smarrivo. Era l’esempio che c’era stato altro prima di me e che quindi anche io in un futuro avrei potuto rappresentare la continuità per i figli che avessi generato.

E anche da un punto di vista meno individuale, è facile immaginare come sarebbe una Società senza volti maturi: quelle facce, ricordarlo è importante, sono un riferimento fondamentale per chi sta crescendo.

Se i nostri volti scompaiono, dove reperire i segni della pietas, quella comprensione umana di cui oggi c’è profondamente bisogno?

E’ necessario, a mio avviso, avviare una riflessione sociale su questo fenomeno dilagante.

Il ruolo che la televisione gioca in questo campo è fondamentale, per come riesce ad imporre modelli che poi vengono seguiti da larghe fasce di pubblico.

In pochi anni la chirurgia estetica è diventata uno dei temi più trattati, con grande leggerezza, durante programmi televisivi in fasce orarie di grande audience (vedi post Cattiva Maestra Televisione/1).

Il modello della donna matura e rifatta è quello oggi più diffuso nella televisione italiana: dove sono i volti reali delle donne? Perché le donne vere non possono apparire in tv?